La montagna in Piemonte.

Alpi

Alpi Piemontesi

Montagna del Piemonte (Carta Forestale Piemontese)

    Le Alpi in Piemonte mancano sul versante italiano della zona calcarea prealpina per cui la massa imponente dei grandi massicci sono in diretto contatto con i terreni della pianura. Le maggiori vallate aprono nel diaframma delle Alpi piemontesi delle vere e proprie aperture che rendono la barriera alpina transitabile.
    In corrispondenza delle montagne piemontesi ci sono falde di un sistema montano la cui formazione risale sul finire dell' era paleozoica e cioè 250 milioni di anni fa. Questi lembi corrispondono ai massicci:

    Il completamento dell' arco alpino si può dire sia avvenuto verso la fine dell' età terziaria anche se va ancora soggetto a dei sussulti.
    Sono stati riconosciuti diversi componenti strutturali, dirette grosso modo a sud e a nord. Due zone sono formate da massicci e rocce cristalline. La zona di montagna più elevata comprende da Sud a Nord le componenti dell' Argentera, d' Ambin, del Gran Paradiso e del Monte Rosa.
    La zona più bassa comprende i massicci di: Dora-Valmaira e di Sesia-Lanzo. Tra l'Argentera e il massiccio del Dora-Valmaira si insinua la zona detta di Brianzonese. Tra il massiccio di Sesia-Lanzo e la pianura si profila la zona del Canese con un'altra componente strutturale.
    Regioni di culminazione sono i massicci cristallini, regioni di depressione sono le zone Brianzonese. Con intensità diversa a seconda della natura delle rocce si è abbattuta l'attività erosiva dell'aria, delle acque e del ghiaccio. anche i torrenti hanno inciso energicamente il fondo delle vallate. E' stato principalmente il lavoro delle acqua correnti ad asportare e trascinare in basso monti di materiale sedimentario. L'azione erosiva delle lente fiumane di ghiaccio ha portato alla formazione di centinaia e centinaia laghetti verdeazzurri, all'allargamento a forma di U delle maggiori vallate, all'arrotondamento delle sporgenze rocciose e alla distribuzione in cordoni o in placche i detriti trasportati in basso dagli stessi ghiacciai. Questa lenta distruzione è avvenuta in periodi di maggiore attività alternati a periodi di attività ridotta. All' inizio dell'era attuale si è riaccentuato il lavoro erosivo rimandando una certa asprezza al paesaggio delle montagne alpine: lo ha cioè ringiovanito.
Cime, dorsali, contrafforti, conche, valli si susseguono ricalcando l'originario impianto. L'erosione ha incontrato materiali di diversa resistenza. Il lavoro dell' erosione ha dato superbi scenari alpini: groppe massicce, dorsali rotte in seghettosi di ardite e slanciate cime, aree abbassate che corrispondono a larghi intagli aperti nella barriera rocciosa. Le groppe più alte ed elevate sono quelle dei massicci coperti di neve e di ghiacciai. questi massicci sono costituiti di gneiss a grossi elementi disposte in banchi che sovrapponendosi circondano le creste di guglie imponenti, di grossi torrioni e modella le pendici a ripiani giganteschi.
    Da ciò dipende la grandiosità e la solennità del paesaggio dove s'innalzano il Monte Rosa, il Monte Bianco, e il Gran Paradiso. Questo paesaggio si ripete nelle catene che si succedono dalla Val Maira alla Valle della Dora Riparia e più oltre della Dora Baltea. Nelle parete terminali seghettate, nelle creste fortemente scoscese e soprattutto nei picchi piramidali del Monviso, del Cervino e della Grivola domina la presenza di pietre verdi.
    Le pietre verdi sono particolarmente diffuse nelle Alpi Graie settentrionali, nelle valli di Lanzo e nel gruppo del Moviso. nelle Alpi piemontesi un certo tipo di struttura e la composizione delle rocce ha permesso all' opera demolitrice delle erosioni di circondare gli elevati massicci con solchi vallivi ampi e profondi. Ed ecco perchè la montagna in Valle D'Aosta che ha l'aspetto di un lungo pianoro è sovrastata dalla vetta del Monte Emilius (3559m.), i 1228m di Courmayeur sono dominati dai 4810m. del Monte Bianco.
    Le Alpi piemontesi sono divise naturalmente in sezioni trasversali e perciò sono state denominate:

Le aree montane sono diverse non solo per struttura, natura e forme del terreno, ma anche per il clima, la vegetazione e i fenomeni umani.

Alpi Marittime, Alpi Cozie, Alpi Graie, Alpi Pennine

    Le Alpi piemontesi occidentali iniziano al Passo di Caldibona (459 m.) e terminano al Passo del Sempione (2008 m.). Spiccano per le ven d'acqua e i folti castagneti delle Valli del Tanaro per la nevosa Val Vermenagna e la selvaggia e profonda Roja ma soprattutto per le masse calcaree del Marguareis (2651 m.) e del Mangioie (2631 m.). Le Alpi Marittime vanno dal Colle di Renda al valico della Maddalena (1996 m.) e sono caratteristiche per i picchi e i torrioni calcarei sormontati dall' Argentera (3297 m.) per lo sgorgare d'acqua calda dal sottosuolo della Valle del gesso e della Valle della Stura di Demonte ; per i ghiacciai sui fianchi del Gelas; per la flora particolarmente ricca e rigogliosa. Le Alpi Cozie, chiamate cosi da Cozio (piccolo capotribù locale), con la presenza soprattutto di pietre verdi annovera una serie di picchi imponenti su cui si innalza il gruppo del Monviso (3841 m.). Nelle Alpi Cozie settentrionali si eleva il massiccio dell'Ambin (3378m.) che contrasta con i torrioni dolomitici (Dolomiti) della Val di Susa e con le ondulazioni dell' Alta Val di Chisone ricca di Pascoli e di notissimi campi di neve (Sestriere 2.033m.). Le Alpi Cozie settentrionali sono la zona meglio fornita di grandi valichi.
    Al di là del solco della Val di Susa, a partire da Moncenisio (2.084m.) cominciano le Alpi Graie che possiedono due giganti:

  1. il Monte Bianco (4810m.);
  2. il Gran Paradiso (4.061m.).

Il Gran Paradiso ospita una fauna singolare (es. stambecco) ed una flora molto rara. Se il Monte Bianco è il Re delle Alpi con le su guglie, le sue vette taglienti, le creste dentellate la regina delle Alpi piemontesi è la valle che conduce ai suoi piedi e si apre nella smeraldina conca di Corumayer. Qui si vive un' incomprensibile ricchezza di ghiacciai, di torrenti, di cascate, di scenari alpestri ora tranquilli ora paurosi.
    Le Alpi Pennine dal Colle Ferret (2480 m.) giungono fino al Sempione. Conservano lo stile delle Alpi Graie grazie ad una delle più belle montagne del mondo: il Cervino e il Monte Rosa, coronato da cime che superano i 4000 m. di altitudine (la più elevata è la punta Dufur 4633 m.) baluardo e nume tutelare della pianura piemontese e lombarda.

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